CHI AMMINISTRA REALMENTE LA CITTA’?

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La pianificazione del territorio è, da sempre, il prodotto del rapporto tra il fattore economico affaristico e quello politico amministrativo. Nel passato, tra i due, il fattore politico risultava quello più forte ma, dopo la crisi dei partiti e della politica, il fattore economico ha prevalso su quello politico, sino a determinare le scelte amministrative della cosa pubblica.

Probabilmente Verona, nelle elezioni comunali del 2022, ha sperimentato questo cambiamento, prima nella scelta del candidato sindaco e poi nell’indicare, per i ruoli più importanti dell’amministrazione, tecnici esterni, non eletti, ma di gradimento ai cosiddetti “poteri forti”.

La scelta di candidare Damiano Tommasi a sindaco, non è stata certamente casuale.

Personaggio conosciuto e vincente nello sport, persona per bene e onesta che ha, da sempre, collaborato con vari gruppi che si occupano di volontariato sociale e vicino alle organizzazioni religiose cattoliche. Il candidato ideale per vincere le elezioni e, considerata la sua mancanza di esperienza nella gestione delle pubbliche amministrazioni e della politica in genere, costretto ad avvalersi di “consulenti” proposti da alcuni di coloro che lo avevano sostenuto.

Così come non sono state casuali neppure le scelte degli avvocati Giuseppe Perini e Barbara Bissoli, rispettivamente capo gabinetto del Comune di Verona e vicesindaca con delega all’urbanistica.

Non andrebbe ignorato che, in un recente passato, furono entrambi degli attivi esperti legali della Fondazione Cariverona, uno dei cosiddetti “poteri forti” della città.

In quel contesto, la delega più importante, quella che definisce l’idea di città, la sua vocazione e il suo futuro: la pianificazione del territorio, fu affidata proprio all’avvocata Barbara Bissoli.

Nulla da eccepire sulla correttezza e legalità di queste scelte, ma parecchio da contestare sul metodo e sui contenuti che hanno caratterizzato l’attività dell’assessora alla pianificazione urbanistica.

Il timore che la crisi della politica e dei partiti, stia permettendo e confermando il passaggio del vero potere dagli eletti a coloro che controllano le attività economiche e imprenditoriali cittadine, potrebbe risultare non del tutto infondato.

La preoccupazione che Verona, si stia trasformando in un laboratorio politico-economico, dove il Consiglio comunale perda il suo ruolo costituzionale a favore di soggetti esterni, non eletti dai cittadini è, purtroppo, reale.

Giorgio Massignan (presidente Verona Polis)

2 comments

  1. Quanto scritto in questo post mi trova d’accordo e mi preoccupa. Il silenzio “assordante” dell’ attuale giunta su questo e su molti altri problemi della nostra città con decisioni finali poi passate senza contradditori con altre realtà civiche, mi ricordano modi di fare politica di decenni fa in alcuni paesi d’ oltre cortina

  2. La cosa più grave è che tradendo i reali bisogni di sviluppo sostenibile, salubrità e vivibilità del centro come delle periferie di Verona, in uno si calpestano i medesimi diritti dei nostri figli e nipoti! Cui prodest?
    Auspichiamo meno “ciacole green”, meno asservimento ai “poteri forti” e più reale attenzione al territorio ed ai suoi cittadini.

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