Alcune brevi valutazioni: gli interventi dei pontieri presenti nelle formazioni politiche che compongono la coalizione che appoggia il sindaco Damiano Tommasi e dei segretari/e nazionali di due dei partiti della maggioranza; la tenacia a non rinunciare al diritto del dissenso da parte di Michele Bertucco e di Jessica Cugini; oltre alla pressione della cosiddetta base, hanno certamente favorito la ricomposizione della lunga diatriba.
Ma, non nascondiamoci che tutti i componenti la giunta, poco più di un mese prima, avevano firmato il famoso e misterioso codice e, comunque, chiesto l’allontanamento dalla maggioranza dei due “eretici”, Bertucco e Cugini. Operazione politicamente sbagliata e umanamente pessima.
Ora, la speranza è che le scelte urbanistiche non siano decise principalmente dall’assessora incaricata alla pianificazione e dal suo staff, ma dibattute e condivise da tutta la giunta, con l’auspicio che le osservazioni che, probabilmente, farà Bertucco non siano valutate “fuoco amico”, ma contributi a migliorare l’assetto del territorio.
Sul metodo: abbiamo capito che la promessa elettorale di utilizzare lo strumento della vera pianificazione partecipata non verrà esaudita, proseguendo con quello dell’ascolto.
Sui contenuti: l’eventuale utilizzo o meno dell’istituto della deroga per approvare l’apertura di nuovi hotel in centro storico, sarà dirimente per capire se ci sarà un vero cambiamento. Aggiungo, che l’eccessivo uso della deroga, potrebbe invalidare il valore e l’importanza dei piani urbanistici e questo potrebbe significare l’inizio del caos per l’organizzazione del territorio.
Si spera che ci possa essere una maggior partecipazione alle decisioni urbanistiche e che nel PAT (Piano di Assetto Territoriale), in fase di elaborazione, sia presente la mappatura e l’utilizzo delle aree industriali dismesse, comprese quelle dell’ex Tiberghien e dell’ex area ferroviaria di Porta Vescovo.
Soprattutto, sarà probante di un reale cambiamento se, nella programmazione urbanistica, l’utilizzo di tutte quelle aree sarà organico ad una pianificazione complessiva del territorio e permetta di bloccare realmente il consumo di suolo.
Concludo con la Marangona, il casus belli della diatriba in Giunta.
Il Consiglio Comunale aveva deliberato, quasi all’unanimità, di costruire nel comparto 1, quello di Corte Alberti. Ma, per gli altri quattro comparti, si potrebbe ancora intervenire e valutare le destinazioni d’uso più idonee a sviluppare la qualità e l’equilibrio del territorio, ed inserirle nel nuovo PAT.
Giorgio Massignan (Verona Polis)