Persisto a scrivere su questo tema, perché lo ritengo il vero problema sia di questa amministrazione che di quelle che l’hanno preceduta.
Purtroppo, da decenni, anziché valutare il territorio come un organismo unico, che andrebbe progettato nel suo insieme, si è intervenuti valutando caso per caso, affidandosi alle proposte degli investitori privati.
Alcuni esempi: “L’onda surf” alla Bertacchina è proposta da una Holding privata, che intenderebbe pianificare anche l’area e i manufatti dell’ex Seminario di San Massimo. Una Fondazione ha preparato un piano particolareggiato per gli immobili di sua proprietà in centro storico, ma non sono i soli casi. Chiarisco che non nutro alcuna preclusione alla partecipazione dei capitali privati nelle operazioni di trasformazione del territorio, ma solo se seguono le indicazioni della pianificazione pubblica e non le anticipano. Continuando in questo modo, si rischia di limitare il ruolo della Pubblica Amministrazione alla notifica delle scelte decise dai vari investitori privati.
Le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero pianificare in base alle esigenze della collettività e il privato investire per realizzare un suo giusto guadagno. Non si deve dimenticare che il futuro benessere dei nostri figli dipende, anche, dal tipo di città che lasceremo loro.
Tornando alla Spianà, ricordo che il Piano Rudi prevedeva un parco urbano sportivo tra il verde e molto piantumato. Con la sua realizzazione, si sarebbero potute liberare le mura magistrali dalle varie strutture che ne impediscono una lettura corretta. Interventi ancora possibili e auspicabili.
Ritengo, come ho già espresso altre volte, che sia sbagliato ragionare solo per parti. La città va analizzata nella sua complessità. L’importanza della pianificazione sta proprio nel collegamento dei vari sistemi urbani e del loro funzionamento come meccanismi di un organismo unico.
La Spianà con il parco urbano dello sport, il parco delle mura, il parco dell’Adige, lo scalo merci della ferrovia, la Marangona, la cava Speziala, la fascia verde di collegamento dei forti extra moenia, fanno tutti parte di un unico sistema del verde e come tale dovrebbe essere considerato, per poterlo collegare con gli altri sistemi urbani (mobilità, cultura, residenza, università e scuola, economia, sociale, sanitario, assistenziale etc…) e inserirli nel piano complessivo del territorio veronese.
Giorgio Massignan coordinatore Veronapolis
Veronapolis