LA LIBERTA’ DI STAMPA NEGLI ANNI ’20

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Nel 1922, il movimento fascista, aumentò notevolmente il numero dei suoi militanti in Italia ed anche a Verona.
Il quotidiano “L’Arena” si dichiarò apertamente “giornale fascista”, ed anche “L’Audacia”, un nuovo settimanale, si professò dello stesso orientamento politico.
Non si adeguò all’affermarsi del movimento guidato da Benito Mussolini “Il Corriere del Mattino”, il quotidiano democratico più letto in città, diretto da Giovanni Uberti.
Così, il 28 ottobre del 1922, le camicie nere si diressero in piazzetta San Pietro Incarnario, dove aveva la sede l’ultimo giornale libero della città e ne occuparono la sede.
Il giorno seguente gli occupanti, beffardamente, lo fecero uscire come il bollettino della vittoria fascista.
Sino al 1926, “Il Corriere del mattino”, pur con difficoltà, riuscì ad uscire ma, con l’approvazione delle cosiddette “leggi fascistissime”, fu tolta la libertà di stampa e chiusi i giornali di opposizione al regime.
Il giornalista Giovanni Uberti fu mandato al confine per attività contro il regime.
Ai giorni nostri, per controllare l’informazione non servono “leggi fascistissime”. I cosiddetti poteri forti, coloro che hanno potere finanziario, acquistano in blocco le testate giornalistiche della zona che interessa loro, per condizionare la politica, omettere le informazioni scomode, azzittire le voci libere ed esaltare i propri beniamini.

Giorgio Massignan

Coordinatore di Veronapolis Osservatorio Territoriale

One comment

  1. Giorgio, penso con orrore a quei tempi, dai quali tu fai benissimo a partire, onde arrivare all’oggi. Temo che sulla stampa si possano riverberare tutte le restrizioni previste dagli ultimi decreti legge del Governo Meloni. La stampa è, non per caso, di carta, un oggetto sensibile all’umidità esterna. Certo, basta sostituirla con le veline…

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