Premetto che non parteggio per nessuna delle cosiddette grandi potenze imperialiste quali gli USA, e la Russia che, in nome della democrazia, della libertà e del progresso, aggrediscono gli stati sovrani più deboli che non intendono assoggettarsi, per sfruttarne le ricchezze e/o per sottometterli.
La mia solidarietà è sempre andata e va a tutte le vittime, ai profughi e a tutti coloro che hanno subito la tragedia della guerra per colpa della brama di conquista degli stati aggressori.
Da tre anni l’Ucraina è devastata da un conflitto che ha impregnato il suo territorio di morti, di feriti, di sangue e di sofferenze.
Come la storia insegna, molto spesso le grandi potenze economiche e militari non si scontrano sui propri territori, ma su quelli di altri stati-vittime.
Per Putin, l’Ucraina è stata la reazione al temuto “assedio” della NATO dopo il crollo dell’URSS e per le nazioni occidentali il pretesto per opporsi alle mire espansionistiche e alla nostalgia del vecchio impero sovietico da parte del nuovo zar.
In questa tragedia, oltre agli scontri militari, si distinguono quelli delle informazioni, farcite di bugie e d’imbrogli, con l’obiettivo di scambiare l’aggredito con l’aggressore.
Ma, quello che maggiormente sorprende è come alcuni settori dell’opinione pubblica prestino fede e divulghino le bugie putiniane, senza valutarne la veridicità e, soprattutto, ricordare la sua storia e le azioni violente che ha compiuto durante la sua presidenza.
A tale riguardo rammento l’aggressione della Cecenia e della Georgia, l’invasione della Crimea e infine l’attacco armato all’Ucraina.
Ancora più assurdo è il tentativo di individuare il colpevole di questa tragedia nel povero presidente ucraino, Volodymyr Zelens’kyj.
Viene condannato per aver tentato di difendere l’autonomia e la libertà del suo popolo, cercando aiuti tra le democrazie occidentali. Ma, chi osa contestare queste realtà è accusato di essere in mala fede e filo USA, rispolverando gli antichi odi per gli americani e le simpatie per l’URSS.
In questo dramma, l’UE è sempre stata ben lontana dall’essere considerata un’importante protagonista politico e militare.
Il nuovo presidente americano Trump l’ha umiliata e accantonata dalle vere trattative per decidere la sorte di quello stato, nonostante l’UE abbia investito in aiuti all’Ucraina circa 132 miliardi di euro, contro i circa 114 degli USA.
Le due grandi potenze stanno tentando di definire un accordo dove l’Ucraina è ritenuta una semplice pedina da spartirsi strategicamente e da sfruttare soprattutto per l’abbondanza di terre rare, particolarmente appetite da Trump.
Sono spesso definito un sognatore e un utopista, ma continuo a sperare che gli stati europei inizino a trattare con le grandi potenze unitariamente e non separatamente per garantirsi qualche briciola in più.
Auspico che questo nuovo equilibrio, o squilibrio, portato dalla politica di Trump, serva a convincere gli stati europei della necessità di iniziare un reale processo unitario europeo, ignorando gli egoismi e i particolarismi, per agire come dei veri Stati Uniti d’Europa.
Giorgio Massignan (Verona Polis)