“Il Signore Dio piantò un giardino in Eden […] fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare […] (Genesi, 2, 8-15)”
Nella storia il giardino, simbolo del Paradiso, ha un ruolo fondamentale, come luogo di pace e di cura del corpo e dell’anima.
In numerose rappresentazioni iconografie è possibile osservare come nel giardino si trovasse il rimedio per il trattamento delle malattie. Ad esempio nel prezioso ‘Tacuinum Sanitatis’ pubblicato verso la fine del 1300 proprio a Verona possiamo apprezzare più di 200 rappresentazioni miniate della cura delle malattie attraverso la fitoterapia. Dunque la coltivazione delle piante per estrarne i principi attivi i quali, in qualche modo, si riverberano anche nella loro sola presenza nel giardino.
Nel solco di questa tradizione non meraviglia quindi che nel 2011 l’ULSS 20 e l’Università di Architettura di Venezia abbiano stilato il documento congiunto denominato ‘Spazi verdi da vivere: il verde fa bene alla salute’ dove si esponevano i risultati di numerose ricerche scientifiche sul tema della relazione tra aree verdi nei sistemi insediativi e stato di salute della popolazione. Ad esempio uno studio eseguito da 195 medici di famiglia su 350.000 pazienti olandesi ha evidenziato che per 15 delle 24 patologie esaminate, la frequenza delle malattie croniche (ansia, depressione, cardiopatia coronarica, disturbi scheletrici, infezioni respiratorie, cefalea, vertigini, infezioni delle vie urinarie, diabete) era sensibilmente inferiore in chi viveva a meno di 1 km di distanza da parchi o aree verdi.
Se questo documento dimostra quanto siano importanti parchi e giardini per la salute dei cittadini rivela quanto questi siano ancora più importanti negli ospedali specie in quelli che si occupano delle malattie mentali.
In questo contesto s’inseriscono i giardini terapeutici, luoghi dove trovare ristoro, nutrimento e cura attraverso la relazione con la natura e dove i pazienti possono riconnettersi ad essa in modo attivo, svolgendo attività specifiche, o in modo passivo, semplicemente osservando alberi, piante e fiori.
Ma proprio negli ospedali non sempre gli spazi esterni sono adeguati alle necessità dei pazienti. Specie nei reparti che si occupano di malattie psichiatriche spesso lo scadente contesto ambientale in cui sono inseriti aggrava alcune patologie come l’ansia e la depressione. Un esempio emblematico in tal senso lo possiamo trovare presso l’Ospedale di Borgo Trento dove, a fronte di consistenti risorse impiegate per il nuovo Polo Confortini, il vecchio padiglione del reparto di psichiatria è invece rimasto in un contesto ambientale abbastanza desolato.
Partendo da queste premesse, su iniziativa della Proff.ssa Lelia Melotti, è stata elaborata un’idea per riqualificare gli spazi esterni di detto reparto.
La proposta, attraverso l’uso della vegetazione e a pochi interventi sui manufatti, intende migliorare la fruizione e percezione dei luoghi: siepi di cespugli sempreverdi e alberi piramidali per schermare visuali sgradevoli, rampicanti fioriti sulle opprimenti recinzioni, piccoli cespugli profumati per ingentilire percorsi cementificati… Le piante con il cambio delle tessiture fogliari e delle fioriture stagionali possono favorire il senso di benessere, che, è oramai assodato, comporta un miglioramento generale dello stato di salute.
La proposta verrà presentata martedì 9 aprile presso la Sala convegni del Banco BPM, in via S. Cosimo 10, a Verona nell’ambito di un’iniziativa denominata ‘Attraverso il Paesaggio’ curata dall’associazione Alba Pratalia.
Alberto Ballestriero
Coordinatore Gruppo Verde VeronaPolis
Molto interessante ed auspicabile . Grazie
Ottima idea.Concordo,ovviamente
Sicuramente auspicabile per la salute
Condivido pienamente queste osservazioni e queste proposte. Spero vivamente nella loro realizzazione. Marina Repola