Personalmente ho idee contrarie a quelle che il generale Vannacci espone nel suo libro “Il mondo al contrario”, ma non mi permetterei mai di censurarlo o di boicottarne la presentazione.
La libertà di espressione, anche di pensieri che non ci aggradano, è la base per una vera democrazia.
Non sono certamente equidistante dalle teorie espresse dal generale, ma decisamente contro.
Tuttavia, nonostante la mia contrarietà, non condivido i tentativi di boicottare il diritto di Vannacci ad esporre i propri concetti.
Il vero problema non è un generale che scrive un libro che elogia il razzismo, il negazionismo e l’omofobia, ma le sale piene di persone che applaudono alle sue presentazioni, unite alle richieste rivolte all’alto ufficiale perché scenda in politica e guidi una nazione, per loro, allo sbando.
Una parte del popolo italiano vorrebbe l’uomo della provvidenza, la persona forte in grado di mettere ordine, di stroncare ogni differenza e imporre il pensiero unico. Le tragiche esperienze del passato, a molti, non hanno insegnato nulla. Questo è il vero problema.
Del resto, i concetti espressi ne “Il mondo al contrario”, si possono ascoltare nei vari consessi umani, dai bar alle diverse riunioni e ricevere sincere approvazioni.
È anche vero che molte affermazioni del generale potrebbero essere anticostituzionali, ma non per questo a rischio di denuncia. La nostra Costituzione vieta solo l’apologia del fascismo.
Detto questo, non posso evitare di chiedermi se un libro così povero, con contenuti populisti e sfoghi da persona arrabbiata con la società in cui vive, che pregiudicano l’uguaglianza di tutti i cittadini e istigano all’odio, avrebbe avuto il successo che sta riscuotendo se non fosse stato oggetto di plateali critiche e contestazioni, ben superiori al suo reale valore e pericolosità.
Sono certo che gli articoli, le prese di posizione e le varie manifestazioni contrarie alla presentazione del libro, oltre ad alcune richieste di vietarne la divulgazione, abbiano alimentato la curiosità e dato lo spunto a tutti coloro che si riconoscono nei concetti esposti dal generale, di trasformare un misero pamphlet in un testo guida di rivolta contro l’attuale democrazia, contro la società, la solidarietà e la tolleranza. Andava ignorato, come avrebbe meritato.
Concludo con un desiderio utopico: mi piacerebbe vivere in una società dove chiunque possa esprimere liberamente il proprio pensiero, anche se assurdo e irrazionale, ma senza timori di boicottaggio e di minacce violente; e che la libertà di contestarlo si manifestasse attraverso confronti e dibattiti concettuali.
Ma forse l’umanità cerca solo pretesti per scontrarsi e non per misurarsi dialetticamente.
Giorgio Massignan coordinatore Veronapolis
Veronapolis
Gravi danni hanno fatto sul libro di Vannacci certi programmi TV: cito solo quello di Bianca Berlinguer, che ha intervistato il mediocre scrittore, la figlia di suo padre approdata alla rete berlusconiana che deve pagare un prezzo ai nuovi “datori di lavoro”.
Primo punto: non acquistare il libro.
Secondo punto: domandarsi perchè tante tante persone a Tregnago siano andate a sentirlo.
Esiste il condizionamento di massa, che fu alla base del fascismo in Italia e del nazismo in Germania, creati entrambi da “operatori della comunicazione” come Mussolini e Hitler. Umberto Eco nel suo “Il fascismo eterno” dice: “Dietro un regime e la sua ideologia c’è sempre un modo di pensare e di sentire, una serie di abitudini culturali , una nebulosa di istinti oscuri e di insondabili pulsioni”. Giovanni Biasi