I lavori per la manutenzione straordinaria di Ponte Nuovo del Popolo

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I lavori per la manutenzione straordinaria di Ponte Nuovo del Popolo, che collega la zona di Piazza delle Poste e via Nizza con via Carducci e Piazza Isolo, furono deliberati nel 2021 dall’Amministrazione Comunale dell’allora Sindaco di Verona Federico Sboarina. Vennero poi rilevati nel 2022 dall’Amministrazione successiva guidata dal Sindaco Damiano Tommasi, sono tuttora in corso e dovrebbero concludersi nella tarda primavera del 2025: dopo circa quattro anni di lavori.
A tale proposito il quotidiano l’Arena di lunedì 23 dicembre 2024 ha pubblicato la notizia secondo cui i lavori di questa manutenzione straordinaria potrebbero terminare addirittura in anticipo rispetto ai tempi preventivati, nonostante si siano verificati periodi di maltempo che hanno reso difficoltosa la manutenzione di questa importante infrastruttura.
Pensando ai circa quattro anni ritenuti necessari per questo intervento di manutenzione, seppur straordinaria, eseguita in tempi moderni, con strumenti di calcolo, tecnici e personale specializzato e dotato di mezzi e delle più moderne strumentazioni, attrezzature, ed altro ancora, ho voluto raffrontare questo intervento con altri realizzati nel passato, e fra questi il rifacimento dei nove ponti dell’Adige fatti saltare e distrutti con la dinamite dai tedeschi la notte fra il 24 e il 25 aprile 1945, per proteggere la loro ritirata e fuga verso la Germania, ormai capitolata.
Ho già ricordato come, in quegli anni, la città di Verona era pressoché distrutta. La Stazione dei treni di Verona Porta Nuova era fuori uso, I nove ponti sull’Adige erano stati fatti crollare con la dinamite impedendo ogni forma di collegamento con i vari territori e il trasporto delle merci, il Canale Camuzzoni era fortemente danneggiato ed in quelle condizioni non era in grado di produrre né fornire la necessaria energia per le attività commerciali, industriali e domestiche, decine di migliaia di abitazioni risultavano danneggiate e circa 8 mila appartamenti erano pericolanti e inabitabili, ed altro ancora.
In quelle condizioni il Sindaco Aldo Fedeli iniziò le opere di ricostruzione della nostra città, chiamando a raccolta la popolazione per rimuovere le macerie, per creare dei luoghi di riparo per la notte e per procurare almeno un pasto giornaliero per coloro che ne erano privi, per ricostruire per quanto possibile le vie di comunicazione.
Con mezzi di fortuna e in parte con materiali recuperati, vennero allestiti i cantieri per la ricostruzione dei ponti sull’Adige e nel mese di agosto del 1946 venne rimesso in piena funzione il Ponte Catena. Seguirono: il recupero di Ponte Nuovo nel mese di ottobre 1946, del Ponte Garibaldi nel novembre 1947, del Ponte Navi nell’agosto 1949, del Ponte di San Francesco nel gennaio 1950, di Ponte Aleardi nel luglio del 1950, del Ponte di Castel Vecchio nel luglio del 1951, del Ponte della Vittoria nell’agosto del 1953 e da ultimo del Ponte Pietra nel 1959, sotto la attenta e scrupolosa direzione dell’Architetto Libero Cecchini.
Ricordo brevemente, quindi, che nel corso degli anni durante i quali si sono succeduti i Sindaci di Verona: Aldo Fedeli (dal 1945), Giovanni Uberti (dal 1951), Giorgio Zanotto (dal 1956), lavorando in condizioni indescrivibili, questi sono riusciti a recuperare tutti i Ponti sull’Adige distrutti nella notte fra il 24 e 25 aprile del 1945 in tempi neppure paragonabili a quelli occorsi oggi al Comune di Verona per la manutenzione di Ponte Nuovo.
Credo sia utile ricordare come in quel tempo non esistessero i tubi Innocenti per l’allestimento delle armature, e neppure le attrezzature per il trasporto o per il sollevamento dei materiali nel cantiere, come oggi invece esistono. Tutto veniva costruito sul luogo e durante le diverse fasi delle opere, con l’impiego o l’ausilio di travature tenute insieme da cambre o stecchetoni, cioè chiodi in ferro battuto spesso costruiti e temperati sul posto. Cosi come non esistevano strutture per il sollevamento o per il trasporto dei materiali o dei componenti dell’opera in costruzione, per i quali venivano impiegate apposite carrucole, confidenzialmente definite le sigagnole.
Non me ne voglia l’assessore preposto ai lavori e neppure i tecnici che hanno progettato l’intervento, oppure quelli che hanno affidato gli incarichi dopo una gara d’appalto, se continuo a considerare l’intervento in corso sul Ponte Nuovo del Popolo qualcosa di fortemente anomalo ed in ogni caso da guardare con… sospetto.

Giuseppe Braga

(già dirigente CISL, e componente Comitato Provinciale INPS Verona)

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