LA ‘VISIONE’ DI VERONA E L’ANELLO VERDE

Condividi su:

La Marangona tra Forte Gisella e Cava Prati a est , Forte Azzano e ZAI a ovest, l’autostrada a sud

Il dibattito sull’area della Marangona rilanciato da Confindustria Verona e Ance Verona riportato dall’Arena l’11 maggio scorso ripropone il tema di qual è la visione che hanno la politica e l’economia locale per il futuro della nostra città.

Nella discussione è stata riproposta per questa zona la vecchia destinazione d’uso di “area dell’ innovazione” tralasciando che il Consorzio ZAI ha venduto parte dei terreni a società che stanno realizzando Poli logistici che nulla hanno a che vedere con l’innovazione.
Alcuni hanno anche sottolineato la necessità di favorire la natalità tra i giovani creando nuovi posti di lavoro. Ma secondo una recente indagine pubblicata sul Sole 24ore le principali cause della crisi della natalità non è tanto la mancanza di lavoro ma sono gli stipendi bassi e l’aumento del costo della vita. Come sostiene il Nobel per l’economia Joseph Stiglitz nell’ultimo numero di “Internazionale”, il neoliberismo, che aveva promesso un benessere diffuso, ha tradito le attese e la ricchezza prodotta è andata sempre più a chi è già ricco mentre i ceti medio-bassi si sono impoveriti.  Nel dibattito sulla Marangona si è anche fatto un uso disinvolto della parola “sostenibilità” ripetuta come un mantra ma senza dare indicazioni sul suo significato che peraltro sembra invece ben conosciuto da molta parte della popolazione. Oggi le scelte urbanistiche non sono più ignorate dai cittadini come un tempo, ma c’è la consapevolezza che queste avranno un impatto notevole sulla qualità della vita tant’è che il progetto comunale sulla Marangona è osteggiato dalla gente come progetto che consuma suolo a fronte delle centinaia di capannoni inutilizzati. Vedi la manifestazione ‘In bici alla Marangona’ organizzata il 12 maggio dal Comitato di Verona Sud.

Ma in realtà l’area della Marangona rappresenta davvero l’ultima possibilità per Verona di uno sviluppo realmente sostenibile! Quest’area di 150 ettari, situata tra il Forte Azzano e il Forte Gisella, fa parte di un quadro paesistico irripetibile in quanto ricade nella corona dei forti distaccati absburgici, punti nodali della città fortificata che ha consentito a Verona di diventare patrimonio dell’umanità.

I forti di Verona rappresentano un sistema complesso a destra e a sinistra d’Adige, caratterizzati da condizioni paesaggistiche diverse: ambienti di collina, di pianura e fluviali. Un paesaggio unico in ambito italiano. Un paesaggio che l’Europa ci invidia ma che noi abbiamo dimenticato e che è stato anche oggetto d’interventi di manomissione che negli anni ne hanno fatto trascurare la possibilità di lettura come un organismo unico. Ebbene è ancora possibile salvaguardare queste eccellenze creando un collegamento tra tutte le opere fortificate dei tre sistemi ambientali del territorio comunale (collina, pianura, fiume). Ciò è stato dimostrato con un progetto promosso dal compianto Carlo Furlan e redatto dall’arch. Vittorio Bozzetto e dal sottoscritto nel 2007.

L’ Anello verde

In sostanza la proposta di questo progetto è quella di creare attorno a Verona un Anello Verde “usufruendo di tutti quegli spazi non ancora edificati e comunque non edificabili nelle previsioni urbanistiche. Inoltre i tre sistemi fortificati saranno il tramite di collegamento e coordinamento tra i parchi naturalistici e gli ambienti protetti già previsti dagli strumenti urbanistici (PAT) nel territorio comunale” (Parco dell’Adige, zone di tutela naturalistica S.I.C., Parco delle Mura, zone di tutela dei Monumenti Naturali, zone di Tutela Naturalistica e Ambientale)” Per creare l’Anello Verde non sono necessari espropri, ma solo un provvedimento urbanistico di salvaguardia delle aree agricole che verrebbero cosi riconosciute come produttrici primarie di cibo a km zero con la creazione di punti vendita diretta presso strutture già esistenti come i forti.

Quali i vantaggi dalla creazione di questo Anello Verde di connessione?

  • Possibilità di creare un circuito ciclo-pedonale della lunghezza di una trentina di Km che colleghi le fortificazioni e i parchi urbani e costituisca un sistema del verde con percorsi naturalistici interconnessi con funzione anche di promozione turistica.
  • L’anello verde con la creazione di fasce boscose potrà anche mitigare gli effetti negativi di autostrade e tangenziali. (filtro alle polveri, schermo visivo e fonoassorbente).
  • Rivalutazione degli immobili di Verona sud che beneficiano della vicinanza dell’Anello verde.
  • Riqualificazione dell’offerta di alloggio (agriturismo…) legato anche al riutilizzo a fini ricreativi delle cave dismesse o che sicuramente lo saranno in un prossimo futuro.
  • Riqualificazione delle fortificazioni mediante il loro uso compatibile con le caratteristiche di monumentalità.
  • Riqualificazione delle antiche corti agricole e dell’agricoltura favorita dalla vicinanza alla città ed alla certezza di un territorio tutelato (prodotti biologici).

La creazione dell’Anello Verde nella zona di pianura può diventare dal lato economico più interessante anche rispetto alla collina sia per i migliori collegamenti viari sia per la vicinanza di un gran numero di fruitori che chiedono sempre più di avere nelle vicinanze ambiti naturalistici che li difendano dalle avversità ambientali.

 

Alberto Ballestriero
Coordinatore gruppo VeronaPolis

5 comments

  1. Ottimo. Concordo perfettamente nei contenuti e nello stile. L’operazione Marangona è di fatto un’operazione di pura speculazione immobiliaristica dannosa per i cittadini e catastrofica rispetto ai cambiamenti climatici e alle direttive europee. Solo agli abitanti di Verona sud sono stati sottratti 700.000 mq. du verde e questa è l’unica area che, se vincolata a verde agroecologico, può restituirglieli. Praticamente senza alcun costo. Posto che il famoso Centrak Parc Allo Scalo avrebbe soprattutto una funzione di svago e mitigazione climatica per il centro, la stazione, la fiera, la città intera.

    1. D’accordo! Perfetto!
      Vi chiedo solo di dirmi, gentilmente:
      – la Marangona ridotta a polo logistico è parte dell’eredità Tosi Sboarina?
      – chi impedisce che si proceda nel sano modo da voi indicato? Chi e che cosa?

  2. Bell’articolo e ottimo progetto. Ma si realizzerà mai?? E per colpa di chi? Questo bisogna spiegarlo alla cittadinanza, chiaramente, perchè si possa mobilitare nella direzione giusta. Grazie

  3. L’idea del polo dell’innovazione alla Marangona è un vecchio progetto nato oltre 40 anni fa per iniziativa dell’allora Assindustria e inserito nei diversi piani regolatori senza essere mai stato attivato, secondo me perché poco credibile. Da allora il mondo è stato sconvolto dal cambiamento climatico, dalle guerre, migrazioni, etc e questo modello di sviluppo è stato messo in discussione anche da economisti famosi. Riproporre ora un progetto vecchio di quasi mezzo secolo appare irragionevole. Il colmo è che oggi a riproporlo sia una giunta che si definisce progressista cambiandone anche i connotati e senza valutare le alternative possibili.
    L’Anello Verde è una di queste alternative e la possibilità che si realizzi dipende dai cittadini di Verona. Se questi si mobiliteranno per promuoverlo ognuno nei confronti dei propri referenti politici (con articoli, lettere, manifestazioni, critiche costruttive…) il progetto potrebbe essere attuato o quanto meno discusso.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *